Aumentano i casi di febbre da virus West Nile in Italia. Dopo il decesso di una donna di 82 anni a Latina lo scorso 20 luglio, altri contagi sono stati confermati e, nell’arco di poche ore, il numero è raddoppiato passando dai 10 certificati dall’Istituto superiore di sanità nel 2025 fino a ieri – con due decessi – ai 20 di oggi. Sono stati infatti segnalati 8 nuovi ricoveri in Campania ed altri due casi nel Lazio.
Resta alta l’attenzione sulle misure di prevenzione: oltre ai piani di disinfestazione sul territorio, sono scattate anche le procedure di sicurezza rispetto alle donazioni di sangue ed i trapianti. L’infezione – trasmessa all’uomo dalle zanzare e che non è trasmissibile da persona a persona – in rari casi può infatti verificarsi anche a seguito di trasfusioni di sangue, trapianti di organi e trasmissione verticale durante la gravidanza.
Nei giorni scorsi morta una donna di 82 anni
8 casi a Napoli, altri 2 nel Lazio
Sono otto i casi di infezione da virus West Nile, quattro gravi, in rianimazione, negli ospedali Moscati di Aversa e Cotugno di Napoli. Si tratta per lo più di persone che hanno trascorso un periodo di vacanze nella zona di Baia Domizia, nel Casertano dove sarebbe stato localizzato un cluster. “Stiamo analizzando bene la situazione sul virus. Il problema c’è ovviamente ma ad oggi non abbiamo motivo di allarme particolari”, ha detto il presidente della Regione, Vincenzo De Luca. Ed altri due casi si sono verificati nel Lazio, riscontrati dall’Asl di Latina. Sono, quindi, 9 i casi nel 2025 accertati di infezione da West Nile Virus, tutti in provincia di Latina.
Più a rischio, ricordano gli infettivologi, sono i soggetti immunodepressi e con più patologie. Aziende sanitarie e ministero hanno fatto scattare le misure previste dal ‘Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta arbovirosi – Pna 2020-2025’.
La malattia, i sintomi e le raccomandazioni
Virus West Nile in Italia – Che cosa è ? (Ministero della Salute)
Si tratta di una malattia infettiva trasmessa dalle zanzare, in particolare del genere Culex pipiens, che colpisce soprattutto gli uccelli selvatici. Le zanzare si infettano pungendo gli uccelli e a volte trasmettono il virus anche a ospiti accidentali come il cavallo e l’uomo. La zanzara che trasmette il virus West Nile non è la zanzara tigre, bensì la nostra zanzara comune notturna, che punge dal tramonto all’alba. Altre possibili vie di trasmissione comprendono la trasfusione di sangue e il trapianto di organi da donatori infetti e ancor più raramente sono state segnalate infezioni congenite trasmesse dalla madre al feto attraverso il latte umano.

Virus West Nile in Italia – Sintomi (Ministero della Salute)
La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta disturbi leggeri come febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona.

Virus West Nile in Italia – Raccomandazioni (Ministero della Salute)
Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave. I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 su 150) e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti.
Casi anche in Piemonte, Emilia e Veneto: “Il virus circola”
La circolare del Ministero della Salute
Una circolare ministeriale, annunciata nei giorni scorsi, è stata inviata alle Regioni. Indirizzata anche agli ordini dei medici e agli istituti zooprofilattici, invita a “potenziare la sorveglianza dei casi umani di infezione da West Nile Virus e Usutu Virus” e “tutte le attività di sorveglianza integrata veterinaria”. Una riunione operativa, con 290 medici, è stata organizzata dall’Istituto Spallanzani.
Allerta anche per le donazioni di sangue
Per evitare la trasmissione del virus per via trasfusionale, il Centro nazionale sangue (Cns) ha dato indicazione di effettuare il test per la febbre da West Nile quale alternativa alla sospensione temporanea per 28 giorni della donazione per tutti i donatori che abbiano trascorso anche solo una notte nelle aree interessate dal virus. Le donazioni, assicura la direttrice del Cns Luciana Teofili, “sono sicure”. Ciò grazie alle misure previste e che includono anche test specifici sulle sacche di sangue raccolte nelle province con circolazione del virus. Questo sistema di sorveglianza ha inoltre permesso di intercettare dal 2020 al 2024 circa 230 casi di infezione da West Nile tra la popolazione dei donatori.
La prima misura è comunque arginare i vettori, ovvero le zanzare. Il numero dei casi asintomatici, avvertono gli infettivologi, è infatti sicuramente sottostimato. Le piogge intense seguite da ondate di caldo e le rotte migratorie degli uccelli, spiega la Società di Medicina Veterinaria Preventiva, hanno favorito i focolai di West Nile in varie Regioni. In prima linea anche la Rete degli Istituti Zooprofilattici, che sta attuando monitoraggi costanti sugli animali portatori del virus, ovvero gli equidi e gli uccelli.