Seconda giornata dell‘Annual Meeting del World Economic Forum in corso a Davos: l’agenda è fitta di appuntamenti: in mattinata il discorso della presidente della Commissione Ue Von der Leyen, e l’intervento del vice-premier della Cina Xuexiang. Nel pomeriggio prenderà a parola il cancelliere tedesco Scholz ed è prevista la presenza del presidente ucraino Zelensky e del presidente israeliano Herzog. In agenda anche una conversazione con Friedrick Merz, leader dell’opposizione in Germania.
Giovedì il neo presidente degli Stati Uniti Donald Trump parteciperà al meeting in videoconferenza. E alcuni delegati non escludono che nel cantone dei Grigioni possa affacciarsi Elon Musk il patron di Tesla e consigliere di Trump. Intanto, al Forum media e commentatori politici hanno commentato il ritorno al potere di Trump interrogandosi in particolare sull’impatto che la nuova presidenza potrebbe avere sulla politica estera degli Stati Uniti. C’è chi ritiene che Trump imporrà la pace in Ucraina nell’arco dei prossimi sei mesi includendo nel negoziato la Cina e chi sostiene, invece, che scatenerà una guerra commerciale e un progressivo “disaccoppiamento” con la Cina, prospettando uno spostamento drammatico negli equilibri internazionali.
Le tensioni tra Stati Uniti e Cina – e il modo in cui Trump potrebbe influenzarle – sono state un’ importante area di discussione, così come l‘imposizione di nuovi dazi. La maggior parte degli economisti sostiene che quando vengono imposte delle tariffe, i costi vengono trasferiti ai consumatori.
Von der Leyen: il mondo è in competizione, Ue cambi marcia
“Per sostenere la crescita nel prossimo quarto di secolo, l’Europa deve cambiare marcia. Per questo ho chiesto a Draghi una relazione sulla competitività Ue. Su questa base, la prossima settimana la Commissione presenterà la nostra tabella di marcia“. Lo ha sottolineato a Davos, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. “L’ordine mondiale cooperativo che abbiamo immaginato 25 anni fa non si è trasformato in realtà. Al contrario, siamo siamo entrati in una nuova era di dura competizione geostrategica. “Dall’IA alle tecnologie pulite, dall’Artico al Mar Cinese Meridionale: la gara è aperta”, ha sottolineato.
“Il mondo oggi è ancora quasi connesso come non mai. Ma ha anche iniziato a frammentarsi lungo nuove linee. Da un lato, dall’anno 2000, il volume del commercio globale è raddoppiato – ha dichiarato la presidente della Commissione europea – sebbene il commercio all’interno dei blocchi regionali si stia ora espandendo più velocemente del commercio tra di loro. E’ comune che un chip venga progettato negli Stati Uniti, costruito a Taiwan con macchine europee, confezionato nel sud-est asiatico e assemblato in Cina. D’altro canto, solo lo scorso anno le barriere commerciali globali sono triplicate in valore. Le istituzioni commerciali internazionali hanno spesso lottato per affrontare le sfide poste dall’ascesa di economie non di mercato che competono con un diverso insieme di regole”.
Von der Leyen ha proseguito: “L’innovazione continua a prosperare, con progressi nell’intelligenza artificiale, nell’informatica quantistica e nell’energia pulita pronti a cambiare il nostro modo di vivere e lavorare, ma anche i controlli tecnologici sono quadruplicati negli ultimi decenni. Le nostre dipendenze dalla catena di fornitura sono a volte trasformate in armi, come dimostra il ricatto energetico della Russia, o esposte come fragili quando gli shock globali, come la pandemia, emergono senza preavviso. E proprio gli interconnettori che ci uniscono, come i cavi dati sottomarini, sono diventati obiettivi, dal Mar Baltico allo Stretto di Taiwan”, ha aggiunto.
E a proposito del clima la presidente della Commissione europea ha ribadito: “L’accordo di Parigi continua a essere la migliore speranza di tutta l’umanità. Quindi l’Europa manterrà la rotta e continuerà a lavorare con tutte le nazioni che vogliono proteggere la natura e fermare il riscaldamento globale. I prossimi anni – ha aggiunto – saranno vitali ben oltre l’Europa. Tutti i continenti dovranno accelerare la transizione verso zero emissioni nette e affrontare il crescente peso del cambiamento climatico”, ha evidenziato la leader tedesca.