“Questo fatto insieme a tantissimi altri dimostra che la ‘ndrangheta è senza onore e senza rispetto”, lo dice Vincenzo Vinarello, presidente Consorzio Goel, da 21 anni lavora per smascherare le cosche la loro retorica.
“Dicono di proteggere le donne ma la vicenda di Seminara, le 2 minori costrette a subire violenze sessuali di gruppo da rampolli della ’ndrangheta, prova il contrario. Noi dobbiamo, per il bene anche degli autori che in qualche modo sono condizionati dallo schifo di ideologia a cui vengono costretti da piccoli, ad essere forti, a disprezzare l’altro sesso, e quindi noi dobbiamo dare la sensazione che le regole funzionino”.
Quella legalità che le 46 cooperative e imprese sociali della rete di Goel alimentano ogni giorno in Calabria, un’alternativa economica di emancipazione. “Noi conosciamo le storie nel territorio e sappiamo che normalmente chi si sottomette vive una vita d’inferno, vive una vita non dignitosa. Noi come Goel siamo diventati liberi grazie alla nostra capacità di reagire pubblicamente” continua il presidente del Consorzio.
Le stesse catene che le 2 ragazze hanno spezzato ribellandosi anche ai fratelli che non volevano che denunciassero gli abusi, per non creare scandalo. Sole contro tutti. “Qualunque cosa potremmo fare per loro e per altre ragazze che magari in silenzio in questo momento stanno vivendo una condizione simile, lo faremo” chiude Vinarello.