Giornata di lutto cittadino a Novellara, il comune di Reggio Emilia dove oggi si celebrano i funerali, in forma privata, di Saman Abbas.
Sotto una pioggia insistente il feretro della 18enne di origini pachistane, uccisa dopo essersi opposta a un matrimonio forzato, scortato dai carabinieri, è arrivato al cimitero del piccolo comune emiliano dove si celebra la cerimonia di esequie, con rito islamico.
Il fratello di Saman Abbas, Ali Haider, è arrivato a Novellara per i funerali della sorella. La giovane sarà seppellita nel cimitero del paese emiliano. Il nome di Saman Abbas, è scritto a lettere nere su un semplice manifesto mortuario bianco fuori dal piccolo camposanto.
Il funerale Saman Abbas a Novellara
La sindaca di Novellara: “Sarà un simbolo di libertà”
Cordoglio dell’amministrazione e di tutta la comunità per la giovane diventata simbolo di libertà e ribellione.
“E’ importante che sia nel nostro cimitero. Io attendevo la decisione del fratello a cui abbiamo lasciato tempo e modo di riflettere. La scelta di Novellara è importante, resterà sempre qui, come simbolo, all’ingresso del cimitero, dove tutti già da domani mattina potranno portare un fiore, un pensiero, una preghiera. Saman resterà a Novellara come simbolo di libertà e di impegno per tutti”, ha spiegato la sindaca di Novellara Elena Carletti.
“Questa è una piccola comunità, Novellara è abituata da decenni a una convivenza che è sempre stata importante, sostenuta, tra comunità e religioni differenti. Il caso di Saman ha sconvolto l’intera comunità, mai era accaduto un livello simile di violenza, mai avremmo potuto immaginare un fatto del genere”, ha detto Carletti, incontrando i giornalisti prima del funerale della diciottenne.
“Tutto questo – ha aggiunto – si traduce in una responsabilità ancora più forte per contrastare questi episodi di violenza e per lavorare in operazione di prevenzione e accompagnamento. Questa mattina – ha raccontato – ero alle scuole medie di Novellara, le ultime scuole a ospitare Saman e il fratello. Insieme alle ragazze e ai ragazzi è stato un bellissimo momento di riflessione sul significato della libertà, del rispetto tra culture e sulla necessità di adoperarci tutti quanti per contrastare la violenza”.
“Il Comune a fine dicembre ha istituito un fondo di bilancio alimentato da risorse pubbliche e private, se ci saranno. Attraverso questo fondo abbiamo calendarizzato un corso di formazione: le dinamiche che accompagnano i matrimoni forzati sono complesse e gli operatori del settore devono conoscere ed essere sempre più preparati. Contrastarlo significa addentrarsi in tradizioni a noi spesso sconosciute. Inizierà questo corso entro la primavera, 25 ore di formazione, ed è il primo atto che faremo con questo fondo”, ha aggiunto.
“Tutto quello che è accaduto a Saman e a suo fratello non c’entra nulla con la religione. Non esiste al mondo una religione violenta, le religioni sono di pace e la presenza questa sera di tutte le religioni vuole trasmettere questo. Noi dobbiamo difendere questi valori e questo pensiero e arginare l’odio e la violenza”.
“Lei era una ragazza desiderosa di vivere giorno dopo giorno e di conquistarsi la vita e l’amore e tutti i traguardi che vogliamo. Una giornata di lutto non è per forza di lacrime, di angoscia e tristezza”, ha aggiunto.
La morte di Saman
La giovane pachistana è morta a 18 anni, nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 ed è rimasta sotterrata oltre un anno e mezzo in un casolare vicino alla casa dove viveva. Secondo l’ipotesi di accusa è stata uccisa perché voleva ribellarsi alle tradizioni dei familiari e non accettava un matrimonio forzato.
Il 19 dicembre 2023 la Corte di assise reggiana ha condannato all’ergastolo il padre Shabbar Abbas, estradato dal Pakistan e la madre Nazia Shaheen, ancora latitante, a 14 anni lo zio, Danish Hasnain, mentre ha assolto e liberato i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq.
La cerimonia di inumazione avviene in forma riservata anche per tutela del fratello più giovane della ragazza, testimone contro i propri parenti. Il rito è curato da Yassine Lafram (presidente dell’Ucoii, l’unione delle comunità islamiche d’Italia). Presenti una decina di persone care al fratello, una delegazione della comunità islamica locale, il prefetto, Maria Rita Cocciufa, in rappresentanza dello Stato e la sindaca di Novellara, Elena Carletti.