L’attività investigativa delle Digos e della Polizia Postale aveva portato alla perquisizione nei confronti di due minorenni, transitati inizialmente all’interno del network denominato “Sturmjager Division” e in seguito fuoriusciti per aderire a un altro gruppo Telegram di medesima matrice. A distanza di tempo, da un ulteriore sviluppo dell’attività di indagine, sono emersi nuovi elementi a carico dei due indagati in merito alla concreta pericolosità della loro propaganda, “all’ossessione” per gli attentati di natura suprematista, al “fastidio” per gli immigrati nonché all’avversione per gli ebrei. Pertanto, i tribunali per i minorenni di Salerno e Torino hanno disposto due misure cautelari della “permanenza in casa” dei giovani.
Le operazioni, finalizzate al contrasto al fenomeno del radicalismo online di matrice suprematista e neonazista, sono state condotte dalla Polizia di Stato, le Agenzie Eurojust e Europol nonché dalle Digos di Torino e Salerno, unitamente ai centri operativi sicurezza cibernetica di Torino e Napoli. Nel caso specifico di “Sturmjager Division”, attivo in almeno in sei Paesi europei (Belgio, Lituania, Croazia, Romania, Germania e Italia), le indagini risalgono al 9 novembre 2023.
Nelle chat venivano diffusi contenuti antisemiti, xenofobi e apologetici del nazismo. Le conversazioni erano contraddistinte da una forte proiezione alla violenza nonché dal ricorso ai simbolismi d’area tra cui la svastica, la “skull mask” e il “sole nero”. Tra i contenuti erano stati pubblicati veri e propri manuali per l’attacco e il sabotaggio delle infrastrutture critiche nonché istruzioni per la fabbricazione di armi, in particolare ordigni, bombe molotov e sostanze chimiche corrosive. In buona sostanza, secondo gli investigatori, i membri “avrebbero potuto commettere atti violenti in qualsiasi momento”. Gli scambi tra internauti hanno mostrato inclinazione all’odio, rendendosi disponibili anche a commettere reati nel nome delle ideologie professate e a colpire ebrei, musulmani e chiunque fosse considerato di “razza inferiore”, coltivando un vero e proprio “culto” verso suprematisti responsabili di gravi attentati terroristici, come la strage di Utoya (Norvegia) del 2011 e quella di Christchurch (Nuova Zelanda) del 2019.